Montepeloso
Tradizioni, storia, curiosità, immagini, lingua.

mercoledì 13 giugno 2018

Montepeloso - ti farò come a un ora di notte

primi anni 30

Irsina è posta su di un altipiano quasi pianeggiante, dove si allunga per oltre un chilometro su di una strada che porta al cimitero verso sud ed allo scalo ferroviario verso nord. È circondata da un agro più o meno fertile di circa 26 mila ettari di terreno, di cui qualche migliaio demaniale e boschivo, nelle contrade Difese e Verrutoli.
Nella contrada Difese, a sud-est dell’abitato, vi è una zona detta dei tre confini, perché vi si incontrano i limiti territoriali di Matera, Grassano e Grottole. Verso est il territorio di Irsina confina con Gravina di Puglia e poi, girando tutt’intorno da nord ad occidente e a mezzogiorno, incontra i territori di Genzano e Oppido di Lucania, Tolve e Tricarico. La statale di Bari bivio di Tricarico - Potenza taglia la lunga strada di Irsina quasi nel punto in cui il paese nuovo si attacca a quello vecchio.
La parte vecchia finisce con la porta di Sant’Eufemia e comprende i quartieri più popolosi e più malandati dell’abitato, con casette in genere basse, vecchie, decrepite che si sovrappongono e si raggruppano le une alle altre quasi a volersi, nella loro debolezza, sostenere vicendevolmente.
Dalla stretta porta di Sant’Eufemia, che nel breve suo corridoio ospita l’Ufficio postale e vede affacciarsi una delle porte di accesso alla filiale del Banco di Napoli, si entra nel largo Garibaldi, in mezzo al Castello nella denominazione paesana, e Piazza del Popolo dell’epoca prefascista, in cui sono, a fronte, la rappresentanza dell’antico e del moderno quasi a sfida. Il palazzo Ducale dei Nugent, infatti, nella sua superbia, sembra dire, all’edificio scolastico prospiciente, sorto al posto del convento di Santa Chiara, che lo vedrà morto malgrado sia stato inaugurato soltanto nel 1937, anno XVI E.F. Ma intanto è stato costretto, sin dal 1944, ad accogliere nel suo seno la sezione del Partito Comunista Italiano e ciò gli toglie molta della sua sicurezza. Raccontavano i nonni che il detto t'agghia fe com a n’or d nott, che esprime minaccia di mortale bastonatura, trova la sua origine nella circostanza che anticamente l’immenso spiazzo antistante il castello era, dopo il tramonto, a un’ora di notte, buio e frequentato solo da gente di malaffare; chi, per sua mala ventura vi si trovasse a transitare in ore notturne non invitato e non desiderato da quella gente, correva il serio rischio di passare un brutto quarto d’ora e si narra di diversi omicidi avvenuti così.


Tratto dal libro di 
Michelino Dilillo 


IRSINA 
credenze, usanze, tradizioni montepelosane
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Il testo risale al 1965. 
La sede del Banco di Napoli era ubicata nei locali dove oggi corre il ristorante Ducale il quale occupa anche il locale accanto che all'epoca ospitava l'emporio edicola libreria di Giuseppe Castellaneta.
A seguire c'era la saracinesca dell'Ufficio postale; accanto alla porta sono ancora visibili le tracce delle tre feritoie di diverse dimensioni, con sportellini oscillanti di lamella metallica, nelle quali era possibile "imbucare" la corrispondenza.
In fondo alla viuzza, subito vicino la Porta di S Eufemia, correva una Tabaccheria sulla cui porta era rimasto affisso l'avviso sul lamina metallica "Qui si vende il chinino di Stato", primario e anche unico presidio sanitario contro la malaria che a partire dal 1895 venne distribuito capillarmente in tutta Italia nella rete delle tabaccherie assieme ai generi di Monopolio per arginare la elevata diffusione della malattia.
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