Montepeloso
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sabato 4 agosto 2018

Irsina, la chiesa del Calvario e le Croci

Sulla piazza Andrea Costa, si affaccia il palazzo dei Loreto, che fu la sede del fascio prima e dell’Ente Riforma dopo la guerra. Questo palazzo sorse nel posto dove si ergeva la piccola chiesa di San Giovanni Battista o della Croce, o del Calvario, che perciò dovette essere abbattuta e successivamente ricostruita accanto al palazzo, sul Corso Canio Musacchio, angolo via Trento.
La chiesetta, antichissima, presentava sull’altare la statua di San Giovanni Battista ed ospitava i riti della Commenda religiosa Gerosolimitana dei potenti Cavalieri Giovanniti di Grassano che, al pari delle altre corporazioni fu sciolta per legge nel 1810. Abbandonata, come ricorda Janora nelle Memorie storiche, critiche e diplomatiche della Città di Montepeloso, la chiesa fu restaurata nel 1822 dai Padri Missionari che erano giunti a Montepeloso a cercare di risvegliare i sentimenti religiosi rispetto ai quali la popolazione si mostrava piuttosto fredda. La chiesa così fu ribattezzata del Calvario e nei pressi vennero erette cinque grandi Croci che portavano i nomi dei rispettivi finanziatori dei quali sono noti solo questi: Galizio Morani, Domenico Antonio Orlandi, Antonio Soriano, Giuseppe Nicola Amato.

Nei primi anni del ‘900 i Loreto proprietari dei terreni, non esitarono a demolire la chiesa di san Giovanni Battista con tutte le sue croci per edificare quel palazzo creando quindi anche l’ostruzione della via Vittoria parallela a via Trento e perpendicolare al Corso Canio Musacchio, sul quale, perciò, la detta via non ha accesso. L’esistenza delle croci aveva, intanto, dato il nome alla zona che continua ad essere denominata ancora oggi alle Croci, ma soprattutto aveva instaurato la consuetudine di celebrare la via crucis uscendo dalla porta di Sant'Eufemia, così che le 5 croci del Calvario costituivano probabilmente le ultime stazioni del percorso che partendo dalla Cattedrale si fermava alle seguenti stazioni: Annunziata, San Nicola, Sant’Andrea, SS Salvatore, San Francesco, Purgatorio e poi alle croci che allora erano fuori dell’abitato.
Usuale infatti era anche dire di chi si fosse avviato dal paese verso quelle zone ha giòt a vei a cruc, è andato per via della croce, nel precorso della via crucis. 
Il malcontento popolare per la demolizione di chiesa e croci si dice abbia indotto i Loreto a costruire accanto al loro palazzo la attuale chiesetta del Calvario e a porre accanto all’ingresso una di quelle Croci mentre un’altra venne issata su una colonna accanto ad altro palazzo della famiglia Loreto situato al quadrivio dove a vianouv per Bari e Potenza incrocia e taglia l’abitato.

Sullo spiazzo dove sorge ora la piazza Andrea Costa si usava fare, almeno nell’ultimo decennio dell’ottocento, l’aia comune dei piccoli contadini, finché un incendio pose fine a questa consuetudine. Quell’avvenimento però rimase memorabile nella mente di molti cittadini che usavano riferirsi, anche per calcolare l’età, a volte, a quando si appizzicò alle croci, e che dovette verificarsi, secondo la testimonianza di alcune persone anziane il 15 luglio del 1900. Il secolo nuovo, come si vede, cominciava sotto i migliori auspici per i contadini.


Tratto dal libro di 
Michelino Dilillo 



IRSINA 
credenze, usanze, tradizioni montepelosane

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