Irsina, sino al 1985 Montepeloso, è un comune della
Basilicata, nella provincia di Matera, posto, in zona collinare, ai confini
della Puglia da una parte, e della provincia di Potenza dall'altra.
Gli abitanti della Puglia consideravano montanari
gli Irsinesi. Ma non si può dire che ciò sia del tutto esatto, o per lo meno
non lo è stato più dopo l'ultimo conflitto mondiale, perché la cittadina, anche
se è posta su di una collina preappenninica a 549 metri sul livello del mare,
risente l'influsso più della marina che della montagna, di cui pur fa parte.
Ora occorre spiegare il senso che i Pugliesi danno
al termine montanari di cui gratificano gli Irsinesi. Montanari, o meglio montagnoli,
vuol dire, nel linguaggio corrente, arretrati, zampitti (zotici), il
significato, cioè, che per altri versi, si dà a villici, paesani, cafoni. Con lo
stesso epiteto, del resto, con uguale spirito denigratorio e con altrettanta esagerazione, gli Irsinesi definivano Tolvesi,
Tricaricesi, Grassanesi, gli abitanti, cioè, dei paesi vicini delle provincie
di Matera e di Potenza.
Il fatto è che Irsina è posta in una di quelle zone
di confine per cui vive un po’ ai margini della regione e della provincia di
appartenenza senza, per questo, aver acquistato tutte le caratteristiche della
regione e delle provincie confinanti. A volte Montepeloso è stata considerata parte
integrante della regione pugliese, come riferisce Enrico Pani-Rossi in “La
Basilicata”, edito a Verona da Civelli nel 1868.
Anche le credenze, le usanze, le tradizioni mostrano
l’ibridismo insopprimibile e insuperabile che discende direttamente dalle
continue trasmigrazioni da una regione all’altra. C’è, di fatto, una grande differenza di carattere
tra Pugliesi, o meglio, Baresi, e Irsinesi. Questi dicono di quelli pagghiusi,
che cioè fanno molta paglia, cioè sono considerati, infatti molto
espansivi, che esagerano i loro sentimenti; attivi, industriosi, ma invadenti.
Gli Irsinesi, al contrario, sono chiusi e molto
spesso appaiono scontrosi e diffidenti; attaccatissimi ai sentimenti ed agli
affetti, non li manifestano mai rumorosamente.
Li coprono, invece, di un leggero velo di ironia che
permette loro di esprimerli senza cadere nel lezioso e senza apparire
sdolcinati. Reagiscono con ira proprio quando hanno paura di sembrare deboli e
leggeri.
L’amicizia dell’Irsinese è sempre duratura e
profonda perché egli disprezza la superficialità e più ancora la ostentazione,
ma non si manifesta con moine e fronzoli. Il Montepelosano si fa un dovere
dell’ospitalità e il forestiero che entra in Irsina trova tutte le porte aperte e
tutti gli aiuti possibili. Ma rimane profondamente colpito e amareggiato quando
si accorge che si approfitta della sua ospitalità e della sua sincerità. Il
fondo ultimo degli Irsinesi è una certa ingenuità che li fa essere ottimisti
anche là dove appaiono pessimisti, che li rende molto prudenti quando
avvertono il tentativo di prenderli in giro o di non tenere esatto conto,
realisticamente, di chi sono e di come vivono.
Per questo i Montepelosani non sopportano e si ribellano all'ingiustizia.
Tratto dal libro di
Michelino Dilillo
IRSINA
credenze, usanze, tradizioni montepelosane
Tratto dal libro di
Michelino Dilillo
IRSINA
credenze, usanze, tradizioni montepelosane