Montepeloso
- 1930 circa.
La cartolina ritrae Largo Garibaldi nel giorno della fiera del 12
settembre. Si distinguono chiaramente le ceste in vendita, le tende di alcune “bancarelle” (stand?) e tappeti al suolo per le merci.
Sulla
sinistra è evidente il palazzo del Convento di santa Chiara che ospitava le
suore di clausura; sembra di scorgere proprio una delle sorelle che pare
sciorinare dal balcone un lenzuolo e accanto all'ingresso si intravede una
figura, forse altra suora, che tiene per mano un bambino.
Le Clarisse tenevano
nei pressi dell'ingresso la cosiddetta "ruota degli esposti".
Era una bussola girevole in legno nella quale si
potevano depositare i neonati non voluti. I bambini venivano abbandonati in
questo vano girevole in legno che ruotando portava all'interno il bambino.
La struttura in legno chiamata appunto "ruota" assicurava l'anonimato di chi deponeva in quel luogo i figli di gravidanze non volute; una cordicella accanto alla bussola azionava una campanella situata all'interno che avvertiva le suore dell'avvenuto deposito dell'infante che veniva poi allevato dalle suore e ben presto dato in affido come servitore presso benestanti.
L’usanza di abbandonare i neonati nella ruota era socialmente accettata e diffusa in tutta Europa a causa della estrema miseria delle famiglie popolari che non potevano permettersi di sfamare un maggior numero di figli.
Napoli e Milano facevano registrare i più numerosi casi di abbandono; nella sola Milano, per esempio, a metà dell’800 si arrivò a registrare oltre 4.000 abbandoni all’anno.
La struttura in legno chiamata appunto "ruota" assicurava l'anonimato di chi deponeva in quel luogo i figli di gravidanze non volute; una cordicella accanto alla bussola azionava una campanella situata all'interno che avvertiva le suore dell'avvenuto deposito dell'infante che veniva poi allevato dalle suore e ben presto dato in affido come servitore presso benestanti.
L’usanza di abbandonare i neonati nella ruota era socialmente accettata e diffusa in tutta Europa a causa della estrema miseria delle famiglie popolari che non potevano permettersi di sfamare un maggior numero di figli.
Napoli e Milano facevano registrare i più numerosi casi di abbandono; nella sola Milano, per esempio, a metà dell’800 si arrivò a registrare oltre 4.000 abbandoni all’anno.
Le “ruote”, diffusissime in quasi tutti i centri
abitati, erano molto spesso collocate nei conventi di santa Chiara, come a Montepeloso,
a Taranto, a Monopoli.
La ruota pare fosse stata istituita nel medioevo da Papa
Innocenzo terzo, turbato dalla frequenza di ritrovamenti di neonati annegati
nel Tevere, quale strumento alternativo alla soppressione immediata dei neonati
che le famiglie non potevano allevare; lo strumento trovò quindi diffusione in
tutti i paesi europei per lo più presso ospedali o conventi proprio quale argine
umanitario all’infanticidio, fenomeno che nelle epoche di maggior miseria
diveniva dilagante. La mia bisnonna raccontava che alla fine ‘800, durante dei
lavori in una casa irsinese, sotto la lastra del camino erano stati trovati i
resti di un corpicino là sepolto in un’epoca non precisabile.
La “ruota degli
esposti” fu abolita definitivamente nel 1923, ma non sono riuscito ad
appurare se quella di Irsina abbia invece continuato a funzionare anche dopo
quella data.
Le suore abbandonarono quel fabbricato che rimase vuoto; col tempo le celle delle suore vennero occupate da famiglie poverissime senza casa e l'intera struttura, ormai fatiscente, finì per diventare una sorta di ghetto.
Nel 1934 si decise di abbattere definitivamente quella costruzione e al suo posto venne eretto l'edificio scolastico che, inaugurato nel 1937, ospita ancora oggi le scuole elementari.
Le suore abbandonarono quel fabbricato che rimase vuoto; col tempo le celle delle suore vennero occupate da famiglie poverissime senza casa e l'intera struttura, ormai fatiscente, finì per diventare una sorta di ghetto.
Nel 1934 si decise di abbattere definitivamente quella costruzione e al suo posto venne eretto l'edificio scolastico che, inaugurato nel 1937, ospita ancora oggi le scuole elementari.
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