Montepeloso
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lunedì 22 ottobre 2018

CULTURA POPOLARE E VITA PAESANA di Michelino Dilillo - prima puntata


Montepeloso - Panorama 
Per trattare di cultura popolare occorre affrontare due problemi: uno di sostanza e uno di metodo.
Innanzi tutto, cioè, bisogna chiedersi se esiste una cultura popolare e se essa ha una propria autonomia ed una sua originalità.
Se per cultura, infatti, intendiamo conoscenza, scibile, dottrina, scienza, è chiaro che essa non sopporta partizione, è un tutt'uno organico, originale e universale, valevole per ogni popolo e a tutte le latitudini.
Se per cultura, invece, intendiamo, come mi sembra più logico e più vicino alla realtà, mentalità, atteggiamenti e comportamenti, modi di essere e di vivere di un popolo, di un aggregato umano, modi, quindi, di rapportarsi a persone e a cose, allora è legittimo parlare di cultura popolare, di cultura, cioè del popolo, intendendo questo come concetto diverso da quello di popolazione in quanto non enuclea indifferentemente tutti gli abitanti di un luogo, ma soltanto coloro che, pur subendo per certi versi l'egemonia intellettuale dei ceti dominanti, per così dire dotti, sviluppano, tuttavia, una loro originale visione della vita, del lavoro, dei rapporti sociali spesso in antagonismo, direi necessariamente antagonistica a quella del gruppo dominante.
Originalità che trova riscontro e supporto nella diversità della loro mentalità e dei loro interessi, del loro rapportarsi, appunto, alle persone, agli altri ceti e alle cose.
Cultura popolare, quindi, in quanto cultura del popolo, sorta spontaneamente e originalmente dal popolo stesso.
Di qui il problema del metodo, perché vi sono due modi di avvicinarsi alla cultura popolare.
L'uno consiste nello studiare dall'alto, dall'esterno, l'aggregato umano che abbiamo definito popolo, con la mentalità colta, o, per meglio dire, dotta, in certo qual modo con la lente, quasi come l'entomologo osserva e studia gli insetti. In questo modo si ribadisce la subalternità del popolo e della sua cultura.
L'altro, invece, consiste nel calarsi dentro, nel vivere la vita del popolo, nel parteggiare, insomma, per capire i significati che il popolo attribuisce alle sue stesse elaborazioni.
Ne consegue che la cultura popolare, come del resto ogni altra cultura, è sempre parziale: nel senso di parteggiare, che si è detto, e nel senso che essa è, in ultima analisi, condizionata dall'evolvere della situazione del gruppo sociale di cui fa parte ed è espressione, subendo, in questo modo, l'influenza della cultura dotta dominante e adeguandosi, di volta in volta, ad essa.
il vicinato
La cultura popolare, infine, quando, come si è detto, è espressione genuina del popolo e non prodotta appositamente per il popolo, si esprime sempre in dialetto ed è tramandata oralmente attraverso i fatti: favole, leggende, racconti; e i proverbi, condensato di saggezza, frutto di osservazioni secolari e di macerati elaborazioni di esperienze vissute dai singoli e dal gruppo.
Il rapporto dialetto-lingua, in questo contesto, è decisivo: il dialetto esprime necessariamente un orizzonte di esperienze, di riflessioni e di elaborazioni più limitato perché più ristretto è il gruppo sociale che lo utilizza; la lingua, al contrario, per essere il mezzo di comunicazione di una popolazione più numerosa, in un territorio più vasto, può attingere ad esperienze più approfondite ed avere quindi moduli espressivi più sciolti e duttili, più compiuti, sottili e pertinenti.
Ma diffondendosi la lingua, estendendo il suo raggio di influenza, penetrando essa nei luoghi più remoti e tra i gruppi sociali più ristretti, uccide il dialetto e afferma la prevalenza anche idiomatica dei ceti dominanti, dando luogo, capillarmente, a quel fenomeno che si definisce acculturazione.
In tali condizioni si esaurisce, si isterilisce anche la cultura popolare, mescolandosi e suddividendosi il popolo stesso in ceti e gruppi sociali con interessi e modi di vivere più differenziati e frammentati.
L'egemonia dei gruppi dominanti, così, si fa più stringente e totalizzante.
(1 - Continua)


CULTURA POPOLARE E VITA PAESANA
di Michelino Dilillo
Estratto dal volume
«Tradizioni popolari»
Atti 1° Congresso Internazionale delle Tradizioni Popolari
Metaponto Lido 23-24 maggio 1986

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