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Montepeloso - Panorama |
Per
trattare di cultura popolare occorre
affrontare due problemi: uno di sostanza e uno di metodo.
Innanzi
tutto, cioè, bisogna chiedersi se esiste una cultura popolare e se essa ha una
propria autonomia ed una sua originalità.
Se
per cultura, infatti, intendiamo conoscenza, scibile, dottrina, scienza, è
chiaro che essa non sopporta partizione, è un tutt'uno organico, originale e universale,
valevole per ogni popolo e a tutte le latitudini.
Se per cultura, invece, intendiamo, come mi
sembra più logico e più vicino alla realtà, mentalità, atteggiamenti e comportamenti, modi di essere e di vivere di
un popolo, di un aggregato umano, modi, quindi, di rapportarsi a persone e a
cose, allora è legittimo parlare di cultura popolare, di cultura, cioè del
popolo, intendendo questo come concetto diverso da quello di popolazione in
quanto non enuclea indifferentemente tutti gli abitanti di un luogo, ma
soltanto coloro che, pur subendo per certi versi l'egemonia intellettuale dei
ceti dominanti, per così dire dotti, sviluppano, tuttavia, una loro originale visione della vita, del lavoro, dei rapporti sociali
spesso in antagonismo, direi necessariamente antagonistica a quella del gruppo
dominante.
Originalità
che trova riscontro e supporto nella diversità
della loro mentalità e dei loro interessi, del loro rapportarsi, appunto,
alle persone, agli altri ceti e alle cose.
Cultura popolare, quindi, in
quanto cultura del popolo, sorta
spontaneamente e originalmente dal popolo stesso.
Di
qui il problema del metodo, perché vi sono due modi di avvicinarsi alla cultura
popolare.
L'uno
consiste nello studiare dall'alto, dall'esterno, l'aggregato umano che abbiamo
definito popolo, con la mentalità colta, o, per meglio dire, dotta, in
certo qual modo con la lente, quasi come l'entomologo osserva e studia gli
insetti. In questo modo si ribadisce la subalternità del popolo e della sua
cultura.
L'altro,
invece, consiste nel calarsi dentro, nel
vivere la vita del popolo, nel parteggiare, insomma, per capire i
significati che il popolo attribuisce alle sue stesse elaborazioni.
Ne
consegue che la cultura popolare, come del resto ogni altra cultura, è sempre
parziale: nel senso di parteggiare, che si è detto, e nel
senso che essa è, in ultima analisi, condizionata dall'evolvere della
situazione del gruppo sociale di cui fa parte ed è espressione, subendo, in
questo modo, l'influenza della cultura dotta dominante e adeguandosi, di volta
in volta, ad essa.
il vicinato |
La
cultura popolare, infine, quando, come si è detto, è espressione genuina del
popolo e non prodotta appositamente per il popolo, si esprime sempre in
dialetto ed è tramandata oralmente attraverso i fatti:
favole, leggende, racconti; e i proverbi,
condensato di saggezza, frutto di osservazioni secolari e di macerati
elaborazioni di esperienze vissute dai singoli e dal gruppo.
Il rapporto dialetto-lingua, in questo
contesto, è decisivo: il dialetto esprime necessariamente un orizzonte di
esperienze, di riflessioni e di elaborazioni più limitato perché più ristretto
è il gruppo sociale che lo utilizza; la lingua, al contrario, per essere il
mezzo di comunicazione di una popolazione più numerosa, in un territorio più
vasto, può attingere ad esperienze più approfondite ed avere quindi moduli
espressivi più sciolti e duttili, più compiuti, sottili e pertinenti.
Ma
diffondendosi la lingua, estendendo il suo raggio di influenza, penetrando essa
nei luoghi più remoti e tra i gruppi sociali più ristretti, uccide il dialetto
e afferma la prevalenza anche idiomatica dei ceti dominanti, dando luogo,
capillarmente, a quel fenomeno che si definisce acculturazione.
In
tali condizioni si esaurisce, si isterilisce anche la cultura popolare,
mescolandosi e suddividendosi il popolo stesso in ceti e gruppi sociali con
interessi e modi di vivere più differenziati e frammentati.
L'egemonia
dei gruppi dominanti, così, si fa più stringente e totalizzante.
(1 - Continua)
CULTURA
POPOLARE E VITA PAESANA
di
Michelino Dilillo
Estratto
dal volume
«Tradizioni
popolari»
Atti
1° Congresso Internazionale delle Tradizioni Popolari
Metaponto
Lido 23-24 maggio 1986
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