Montepeloso
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giovedì 4 marzo 2021

Le campane - Religiosità popolare e pensiero magico a Montepeloso fra Ottocento e Novecento – 4^ puntata


Le campane delle chiese di Irsina avevano un particolare rilievo nella vita della chiesa e della città.

La Cattedrale ha la campana grande che suona a gloria in occasione di feste e di cerimonie solenni, a mortone per funerali e per riti funebri in genere; quella di Sant’Eufemia, la campanella che serve nella normalità per chiamare i fedeli a messa o ad altre ordinarie funzioni religiose.

 

La campana di San Francesco, nella chiesa omonima, dove si venera anche Sant’Antonio da Padova, suonava, su richiesta dei fedeli, a pagamento, in occasione di nascite, grazie ricevute, lieti eventi in genere. Il suo rintocco, in questi casi, è breve, ripetuto, sonorissimo. È detto i’ ntinn’a Sant’Antonj.

Qualche volta, capitava anche, sono stati fatti suonare i’ ntinn’, i rintocchi, per festeggiare come grazia ricevuta la morte di un nemico molto odiato.

Chi suonava i’ ntinn’, fino a non molti anni fa, era una donna che fungeva da sacrestana, soprannominata Mezzanotte. Ella non era tenuta a chiedere per quali motivi si facessero suonare i’ ntinn’ a Sant’Antonj, né era tenuto a dare spiegazioni di sorta il postulante. Anche le campane di Sant’Eufemia che producono per l’occasione, un suono argentino e tintinnante, sono messe in funzione all’avvicinarsi di temporali, ché esse avrebbero il potere, sempre a detta dei fedeli di fermare il nembo che si avvicina e di stornarlo dall’abitato e dal territorio di Montepeloso. 

tratto dal libro di 







Michelino Dilillo 






IRSINA 


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