In
agosto si continua a trebbiare, ma soprattutto si aspetta il vento per ventolare
per separare il grano dalla paglia, lanciando in aria, con le pale di legno, le
spighe già battute.
A
volte, specialmente per le fave che richiedono vento forte, si attendeva fino a
settembre, ai primi venticelli autunnali, tanto afose ed immote sono, certe
volte, le giornate di agosto.
Né
sono mancati, ogni tanto, casi di incendi per autocombustione.
In
agosto ci fu l’unico attacco aereo anglo-americano, sul nostro paese, durante
la seconda guerra mondiale. Il 25 agosto 1943 stormi di quadrimotori inondarono
i nostri campi già mietuti, le ristoppie disseminate di usìdd, le aie piene di
biche, con piastrine e spezzoni incendiari cadenti da altissima quota, dove luccicavano
minuscoli e argentei i liberators.
Usìdd
sono piccole biche provvisorie, formate subito dopo la mietitura in attesa che
i covoni, ormai ben asciutti e rassodati dal sole, possano essere carrati
e sistemati in biche sull'aia.
Nel
mese di agosto ci fu un altro incendio rimasto famoso punto di riferimento per
contare gli anni. Nel luogo dove ora è sistemata la piazza Andrea Costa, alla
fine del’800, si faceva l’aia comune, quando le croci, che avevano dato
il nome al luogo, già non c’erano più. In un anno imprecisato ma che deve
cadere secondo i riferimenti di coloro che calcolano l’età da quella data,
immediatamente prima della fine del secolo passato tra il 1895 e il 1900, un
incendio si sviluppò in quell’aia collettiva, per cause imprecisate, distruggendo
buona parte del raccolto irsinese almeno quello dei contadini piccoli e medi,
giacché i ricchi non accedevano all'aia collettiva, ma trebbiavano sulle
proprie aie nelle loro masserie.
Da allora si perdette l’abitudine di accostare
all’abitato tutti i cereali da trebbiare, ed il tentativo di riprendere
l’esperienza nell’ultimo dopoguerra, è stato subito reso vano dall’introduzione
massiccia dei mezzi meccanici che alla metà di luglio fanno trovare tutto il
raccolto in paese, magari già venduto. Non poche volte specialmente i contadini
poveri, vendevano già a maggio, in erba, i loro raccolti a
speculatori forestieri.
tratto dal libro di
Nessun commento:
Posta un commento