Un decreto reale del 28 marzo 1895
accontentò gli amministratori comunali di Montepeloso … pardon … di Irsina, i
quali, con deliberazione del 1° maggio dello stesso anno, ripristinarono il
vecchio stemma di Montepeloso, «Consistente in tre
monticelli con cinque spighe, delle quali tre poste sul monticello di mezzo ed
una per ciascuno dei monticelli laterali. Le
spighe comunemente si intende che vogliano dinotare dovizia di terre sative; ma
una interpretazione forse più giusta vuole che queste spighe siano un ricordo
della spiga che fu impronta della moneta di Eraclea e Metaponto e che furono
elevate nello stemma della città per commemorare la sua greca origine. Infatti
simili spighe si osservano negli stemmi delle città della Basilicata le quali
pretendono ugualmente aver avuto origine greca, come sono Bernalda, Pisticci,
Craco, Montescaglioso, Brindisi, ecc.”
Lo stemma di
Irsina è legato a una vicenda storica. Esso rappresenta tre colli e cinque
spighe su uno scudo, ma inizialmente le spighe erano sei; una fu donata, perché
se ne servisse di stemma gentilizio, al benemerito cittadino arcidiacono Antonio
Maffei, il quale dottamente seppe perorare presso il papa Sisto IV la
restaurazione del Vescovato di Montepeloso nel 1479.
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